
DA
MARE
A MARE,
DA PERSONA A
PERSONA
Da Colle Brianza al Conero, passando per Roma lungo la Via Francigena e la vetta del Gran Sasso d’Italia. Un viaggio itinerante in divenire, alimentato dalle persone incontrate e dalle loro storie ascoltate, lungo un percorso naturalmente lento, sudato e ad impatto zero.
Direzione Libera è un viaggio, che altri chiamerebbero ferie, a sostegno di due realtà non-profit splendidamente vivaci nel loro silenzio operaio: Rogersianamente, associazione culturale che promuove l’Approccio Centrato sulla Persona in Italia, e Simbio, Onlus ambientalista lecchese, attiva in Amazzonia e sul territorio con diverse campagne di sensibilizzazione ambientale.
Appunti di Viaggio

Rogersianamente è un’associazione culturale senza scopo di lucro, apartitica, apolitica, aconfessionale, che non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua e nazionalità alcuna. Rogersianamente é formata da ricercatori, appassionati e studiosi che desiderano approfondire e promuovere gli orientamenti della psicologia umanistica, aspirando a diffondere l’Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers e la sua visione della Natura Umana. L'associazione sostiene e promuove la diffusione di una modalità relazionale che mette al centro la persona secondo un principio che non guarda alla soluzione del problema ma al bisogno che vi sottende.
L’Approccio Centrato sulla Persona promuove una visione positiva e non giudicante, che si basa sulla fiducia nelle capacità dell’Uomo di diventare progressivamente responsabile delle proprie scelte secondo un graduale processo di consapevolezza.

Simbio è un’associazione senza scopo di lucro, ambientalista, indipendente, apartitica e apolitica che persegue attivamente le proprie finalità di solidarietà sociale e ambientale. Fanno parte di Simbio ingegneri, architetti, comunicatori, educatori oltre a tutte le persone sensibili ai temi della sostenibilità e della socialità. L'associazione si prefigge di promuovere la diffusione e la conoscenza delle problematiche ambientali così come dei problemi sociali ed economici connessi, sensibilizzando la cittadinanza sulle questioni di ordine ambientale e sociale. Oltre ad un ruolo divulgativo e formativo, Simbio si prodiga attivamente per la salvaguardia e la conservazione della Foresta Amazzonica nella regione di Madre de Dios, a sud del Perù. Lo scopo di tale progetto, chiamato per l'appunto ``Save the rainforest``, consiste nel fornire l’appoggio necessario in termini scientifici, comunicativi, divulgativi ed economici nella lotta alla deforestazione.
Se la notte è in bianco
il cielo grigio
e l'umore nero,
chiedilo alla Valvarrone
di prestarti un suo colore.
Rimbalza tra gli alberi di una piazza custode, un tempo che pensavamo perso ma che ritroviamo nelle tasche dello stomaco, quando ci infiliamo le mani per ravanare tra i ricordi. Scivola ruvido tra le dita di chi lo custodisce nei luoghi e nelle persone che per anni, splendidi e veri, ci si sono completamente immersi.
Immersi in un tempo così profondo da farci riscoprire, anno dopo anno, ancora intrisi e zuppi di ricordi, che scappano fuori dalle tasche e rotolano a terra, non per perdersi ma per ritrovarsi ed essere condivisi.
Rimbalzano tra gli alberi di una piazza, corrono giù per una discesa fin dentro ad una corte. Tra le mani di un sorriso vero, nella risata di un amico splendido. Custodito nelle tasche dentro ognuno di noi.
Un abbraccio mai stanco
𝗚𝗶𝗿𝗼 𝗴𝗶𝗿𝗼 𝘁𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗱'𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲
Nel giro giro tondo ormai dimenticato dei pedali, i giorni pieni di abitudini cedono il passo a giornate colme di rituali. Il ricordo di un fine agosto lontano si srotola sui monti Volsini, dove la Toscana si arrendeva al Lazio e l'autunno sgambettava già l'estate che, cadendo con le prime foglie, si chiedeva se davvero anche per lei fosse giunto il tempo di fare i bagagli e pedalare verso casa.
Nel giro giro tondo delle stagioni casca il mondo e casca la terra, tutti giù per terra a raccogliere castagne e simpatiche scogliosi. Appendiamo all'attaccapanni di casa i nostri ricci, in attesa di qualcuno che ci raccolga da terra, ci stenda al sole per farci asciugare del superfluo ed abbia la premura di tagliarci la pelle quel che basta per non farci esplodere sul fuoco. Il sapore che avremo in bocca poi, dipenderà dall'albero da cui cadiamo e dalla mano che ci ha raccolti.
Nel giro giro tondo degli armadi satolli, spuntano maglioni così pesanti da tenere i nonni attraccati ai loro orti. Hanno oblò come occhi e guardando da dentro la primavera dei nipoti, sorridono con compassione all'incoscienza dei loro germogli colorati. Le giornate d'ottobre rallentano il flipper del tempo estivo, riscoprendo rituali persi sotto la sabbia d'agosto e fissando sul fondale del tempo l'áncora del qui ed ora.
Nel giro giro tondo confuso delle rondini ormai stanche, la loro direzione é libera e la destinazione precisa, scritta da sempre tra il bianco e il nero delle loro piume. Scherza con il futuro un nipote che chiude il nonno nella serra, intento a raccogliere la prima verza gelata con i tempi di un'antica liturgia. Derva che, osti! - É il nulla osta urlato dalla torre di controllo per l'ultimo volo. Il nipote libera il verza-nonno dalla serra che evade e rincorre con il sorriso il suo passato che scappa verso casa, mentre dall'alto dei tralicci la rondine pellegrina ruba la scena e spicca furtiva il suo ultimo volo d'ottobre, verso il giro giro tondo della sua destinazione, libera direzione.
🇨🇴 Colombia, 3052 metri di Pizzo Coca. Samuele "Mano di bianco" Pirovano e Paolo Escoalbar festeggiano la vetta. #NarcosBrianza
Dondolano piano i carichi appesi alle gru, sospesi come il respiro degli aquilani la notte del 6 aprile 2009. É un abbraccio di impalcature quello che mantiene il paese sulle proprie gambe, schiacciando i denti stretti delle crepe che resistono al setaccio improvviso della Terra. Le gru sono dita che rimodellano piano un paese ripartito in silenzio, come il rumore del cemento che asciuga e sorregge. "L'Aquila tornerà a volare!" urla un muro di compensato che copre i brandelli di una casa con la stessa dignità dei suoi abitanti.
Lascio L'Aquila ma non le sensazioni che lei mi lascia, trascinandole con il gusto del peso fino a Campo Imperatore: 2100 tra metri dal mare e Santi chiamati a rapporto.
Insonnia, pedalata poco fluida e portapacchi che traballa. Ottimo, siamo pronti per il Gran Sasso. Percorrendo la Valle del Velino compare la scritta "DUX" sul Monte Ciano, benvenuto non gradito di un tempio dalla memoria radicata; storica e sportiva, fascista e ciclistica. Le valli del Gran Sasso ricordano vagamente quelle texane, i cavalli annusano l'aria trafitta dal profumo di arrosticini e nitriscono sospiri di sollievo.
✱ Su www.direzionelibera.it l'ultimo racconto completo "Direzione Propria"
▲ 1261 chilometri • 14 456 metri di dislivello • 17 giorni + 2 riposo • 1 gomma bucata • 1 coppino ustionato • Radler bevute fuori concorso.
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Di cuore ringrazio @simbio_onlus e @assrogersianamente per il lavoro che svolgono e per aver supportato la mia idea malsana di attivismo. Entrambe rappresentano un modo di essere in cui credo e, per quel poco che posso, promuovo. Grazie a @patagoniamilano per il supporto a me e alle associazioni ambientaliste attive sul territorio.
Direzione Libera ed il suo - parecchio - sudore sono dedicati ad un'amica che vive ora la fatica della salita. Certo che, arrivata in cima, potrai gustarti il vento della discesa.
Ora ho bisogno di ferie.
Etes-vous fulminè? – Chiedo nel mio ineccepibile brianzo-fancese a Lorien, partita due mesi fa a piedi da Parigi e conosciuta a Bolsena. Non so dove dormire stanotte, ma ci penserà la Provvidenza – dice in un perfetto italiano. Vista l’ora tarda io la avviserei di provvedere un po’ alla svelta. Antòn – o qualcosa del genere – arriva dal Belgio e pedala con ciabatte e sorriso verso Roma, coltivando man mano l’idea inaspettata di raggiungerla davvero.
Nel flusso della Via ci si perde e ritrova di continuo, lo zaino pesa e non c’è spazio per le aspettative: si tiene fra le mani l’unico momento vero, quello del tempo condiviso.
Giù per la Tuscia abbraccio il Lazio e i suoi sentieri polverosi, far-west di paesini persi nel disordine e nella storia. Quattro ragazzi biciclettano con il loro cane a rimorchio, lasciando man mano per terra la fretta della città. Altri si sono trovati per strada e condivido con loro il miracolo dei Compeed e di una cacio e pepe in quel di Sutri.
Hanno rubato le lancette dell’orologio in piazza Campagnano, illudendosi forse di poter rinchiudere il tempo nei cassetti, insieme alla crema antirughe e le foto sbiadite. Ma anche qui nei bar si parla del tempo passato come fa il Cavedano controcorrente, schiaffeggiando il domani e quel che sarà. Che je porto, er solito? – Chiede la barista senza aspettare risposta. Seh – soffia fuori tempo massimo il monumento storico al bancone, perdendo l'occasione di stravolgere la propria giornata.
✱ Il racconto completo di "Anvédi Roma!" su www.direzionelibera.it
▲ Siena - Bolsena - Viterbo - Roma
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“idrocortisone acetato e lidocaina cloridrato” sono le componenti di Emorril, crema il cui nome non lascia spazio a fraintendimenti. É però un’infiammazione al ginocchio a costringermi ad usarla in modo improprio; per la mezza insolazione in faccia ho invece risolto in altro modo.
Culo in sella e mangio la tappa Pontremoli – Lucca, che invado e conquisto trafiggendo le sue mura indifese. Quindi Capannoli ed il suo ostello autogestito. Inga é romana e percorre la via contromano – controcorrente – dormendo qua e là abbracciata al suo cuscino-ukulele. Serena lavora nelle ferrovie e in bici va come un treno, da Capannoli a San Gimignano tira come un merci ed io le sto dietro senza pagare il biglietto.
Ondeggiano piano i colli senesi: sono onde calme di un mare dai riflessi smeraldo, che muove su e giù il mio Titanic a due ruote. Il sole cicala tra le strade sterrate, morde il coppino e ruba le forze. Il vento inchina i cipressi che separano i vigneti, sull’attenti come guardie svizzere. Nessun iceberg all’orizzonte: Rose e Jack, basta Chianti nella sala da ballo che c’è da navigar la chiatta, altrimenti qui si schiatta.
Nel monastero di San Gimignano le suore benedettine vivono rinchiuse nel loro lockdown di vita e da lì pregano per le quarantene altrui. Suor Germana – nome d’arte – dice che sembro distrutto e mi chiede da dove vengo. Da Lucca – le rispondo. Ma perché voi nordici dovete sempre faticare? – Chiede tradendo un accento veneto. Quanti anni hai? Che ci fai in giro da solo? Che fai nella vita? Chiede al check-in del monastero-commmissariato. Al termine del quarto grado mi porge le chiavi sussurrando – Convertiti ragazzo o ne risponderai all’Altissimo nell’aldilà. Le dico che spesso non rispondo neanche a me stesso già nell’aldiquá quindi figuriamoci ed esco a bere del meritato Chianti Classico. Tra le ricette di suor Germana sono da rivedere gli ingredienti dell’accoglienza.
Una rapida oliata al battello a pedali e si riprende la navigazione sui colli: direzione Siena e le sue contrade.
✱ Su direzionelibera.it il racconto completo di "Caffè corretto Palio"! #DirezioneLibera
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I Valtaresi sono minotauri di bosco, mezzi uomini e mezzi boleti, che parlano anche - poco - della vita, oltre che dei funghi. Come Pollicino, lasciano sentieri di spore dietro di sé, così da non perdersi nei boschi e ritrovare la strada di casa, quando alzano il gomito la volta che lo fanno non per raccogliere un porcino. Le spore della Francigena fanno invece lasciare la splendida Emilia per la Toscana, su per il Passo della Cisa e le sue madonne dei polpacci. Berceto, appena sotto, saluta i forestieri con il cartello "Città per l'accoglienza, gemellata con Lakota Sioux" e la scritta a spray "A Berceto odiamo tutti" tanto per equilibrare le cose.
Un paio di accoglientissime Radler e si parte per il Passo, che arrampico piano, con il favore del vento e dei denti stretti. La Cisa é la schiena d'una verde lucertola al sole, che scende e sale lasciando alla coda la speranza della vetta; pensi di averne tagliata un pezzo, eccola che ricresce subito dietro l'ultima curva. Lo sanno i centauri, che abbracciano l'asfalto galoppando sulla loro carovana di cavalli e salutando i ciclisti in risalita condividono la loro fatica. Fermiamoci in cima quindi, a godere di ciò che ci porta la corrente che, per una volta, non é un amo travestito ma una sudata, insperata, smadonnata soddisfazione.
E via, giù per la Ludigiana, rapido come un Frecciarossa con lo zaino che traballa, dentro una giornata rara e splendida, tra i boschi di castagno e il sole in faccia, le braccia sfinite e le gambe che dalla cima non se ne vogliono scendere. Pace all'anima loro, questa notte il resto del corpo - me compreso - dormirà al Monastero di Pontremoli, e così sia.
Se me aspetti mangiamo qualcosa ensieme così parliamo - si presenta senza fronzoli Oscar, milanese dell'Ecuador, ciclista per lavoro e passione con cui condivido un piatto di testaroli e un pessimo vinello bianco mosso della casa. ✱
✱ Su www.direzionelibera.it il racconto completo di "Espetacúlar Paúlo!" #DirezioneLibera
▲Fornovo di Taro - Berceto - Pontremoli - Massa 165Km, 2710 d+
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C'è un gambero a pedali che corre giù per Colle, ripercorrendo a ritroso i primi passi sulla @viafrancigena_aevf, da Canterbury a Laon, da Ontranto a Leuca. Nel mezzo, testa bassa e pedalare: si parte.
Non buco a Santa Maria Hoé come predetto; la giornata é quindi ormai tutta in discesa, come l'Adda, la Martesana ed il Naviglio Pavese. Un ragazzo in e-bike mi sorpassa e sussurra compiaciuto all' e-compare di avere ancora il 70% di carica, ma io, che trasporto un pannello solare da 16W e mi sono perso nella Centrale di Trezzo, sono mille Volt più carico di loro.
Lungo l'Adda i pescatori d'acqua dolce hanno la pazienza del cavedano, che vive la direzione del fiume controcorrente, guardando al passato della sorgente e scodinzolando al futuro della foce. Senza battere ciglio, balla la sinuosa danza della diffidenza che lo salverà dall'amo travestito. Sogna una destinazione, vivendo la propria direzione.
Un saluto veloce alla Bella Madonnina, che rivedrò tra pochi giorni al passo della Cisa e ai ragazzi di @patagoniamilano. "Complimenti, tu sì che hai fiducia nel genere umano!" si rivolge a me un signore indicando la bici senza catena appoggiata al muro fuori dal negozio - Beh, in effetti si, tanto più che le chiavi del lucchetto sono rimaste parcheggiate nel cassetto di casa.
Da Gorgonzola alla Certosa di Pavia il naviglio é una vena di colesterolo che taglia campi e prati come burro. Philadelphia non sembra però essere tra le prossime tappe. Milano ed il suo bosco verticale hanno risolto - a quanto pare - i problemi d'inquinamento della Pianura Padana e a sud lasciano spazio ad una Belgrado anni '70, assetata di bombardamenti di cemento e Mostri Commerciali che divorano una campagna vera, faticosa, splendida.
A Pavia dormo da Anna che si preoccupa della cena, mentre Concetta racconta di quanto le manchi Salerno e la costiera amalfitana. Sotto al portico, rammenda una borsa e rammenta del suo passato, entrambi scuciti e con il profumo di salsedine e caffè ristretto persi chissà dove [✱]
[✱] Leggi tutto su www.direzionelibera.it. "Direzione, non destinazione" scritto con una mano e due ruote. #DirezioneLibera
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"Direzione Libera" è un nome che mi grilla nello stomaco da un po’. Rigiro nel paiolo di questa mezza idea ingredienti come ascolto, viaggio, persone, cazzeggio, cambiamento. Cazzeggio l’ho già detto? Tante idee che zampillano in attesa che la terra le assorba: vedremo poi se l’albero sarà da frutto o da legna per l'inverno.
Comunque, com'era quella storia che, facendo ciò che si ama, non si lavorará mai nella vita? Partiamo dunque direttamente dalle ferie, che quest'anno ho pensato sensate, sostenibili e a sostegno.
Direzione Libera muoverà quindi i primi passi (e le prime pedalate) lunedì, in un viaggio itinerante solitario lungo oltre 1200km, da Colle Brianza al Conero, passando per Roma lungo la Via Francigena e la vetta del Gran Sasso. Racconto on the road di un ri-abbraccio all'Italia alimentato dalle persone incontrate e dalle loro storie ascoltate, lungo un percorso naturalmente lento, sudato e ad impatto zero. Senza la pretesa d'essere un'impresa sportiva, bensì un incontro di persone, un ascolto di storie, una condivisione di valori.
Direzione Libera sosterrà due realtà non-profit splendidamente vivaci nel loro silenzio operaio: @assrogersianamente, associazione culturale che promuove l’Approccio Centrato sulla Persona in Italia, e @simbio_onlus, associazione ambientalista attiva in Amazzonia e sul territorio con diverse campagne di sensibilizzazione ambientale. L'iniziativa è sostenuta da @patagoniamilano, social partner del viaggio, che supporta il progetto e le associazioni coinvolte.
✱ Se vi va potete conoscere le associazioni sostenute, seguire le tappe del percorso e, giorno dopo giorno, leggere i racconti di viaggio su www.direzionelibera.it.
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Direzione Libera ed il suo sudore sono dedicati ad un'amica in lotta. Certo che arriverai in vetta a questa lunga salita e ti godrai il vento della discesa.
Questa mattina ho pensato: mangio un paio di Moment e raddrizzo la giornata o vado a fare il giro del lago di Como in bici senza alcun tipo di preparazione psico-fisica, sotto al sole a rebattoni, bevendo 97 medie Radler, con le gambe che ammutinano all'altezza di Menaggio facendomi tornare a casa in battello?
Alla fine ho fatto entrambe le cose.
✱ Colle - Colico - Menaggio - Bellagio - Colle 133Km, 1200m D+
🌻 Pedalare, nuotare, camminare, bivaccare, smadonnare: l'estate può iniziare. #TriathlonTriage [Colle Brianza - Mandello - Zucco Manavello]
Mi piaceva questa foto dalla mia finestra e allora mi sono detto: "Ma sì dai, postiamola su Instagram con l'ashtag "finestre"!" Motivo per cui la state vedendo. Buona serata #finestre
◆ Come bruchi rinchiusi nelle nostre mele zuccherine, addolciti dai canti alle finestre e dallo spirito comunitario ritrovato, ripetevamo che ce l'avremmo fatta e che saremmo diventati persone migliori. Surfando sull'onda emotiva, ci siamo convinti di poterci trasformare in crisalidi per poi volare come farfalle, una volta usciti dalle nostre mele quarantene.
Falsa fiducia senza impegno da parte di chi, nei silenzi obbligati, ha scoperto l'urgenza di doversi redimere, autcertificando di poter cambiare - PUF! - per magia.
E' bastato il ritorno a casa di una persona (prima che italiana, volontaria, donna e credente) per far riaffiorare il nostro rancore represso verso chi, dalla finestra della nostra mela ormai marcia, vediamo volare con il coraggio delle farfalle libere.
Speranza vana di chi si crede dolce bruco di mela, ma è cieco lombrico di concime.
Se vi va trovate il racconto "Luna di mele (mezzaluna mezzomare)" su www.pensieridallisola.it in BIO.
Detto tra noi: da sto racconto si capisce poco un cazzo, ma è stato bello scriverlo. Livelli di glicemia da ricovero. [∎ Bandiera su suolo lunare]
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